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Città Metropolitane
COMMENTO all'articolo "Città metropolitane? No, solo province indebolite" sul lavoce.info
Mi
pare utile aggiungere alcune osservazioni. La prima a proposito della
opportunità di smembramento della città capoluogo già contenuta nella
legge 142 del 1990, e che oggi mi appare ancor più indispensabile, se
vogliamo effettivamente perseguire un percorso di efficienza
amministrativa, che non sia la mera riproduzione di liturgie già
manifestatesi proprio a seguito della emanazione della legge del 1990,
che non diede luogo ad esiti pratici, malgrado lo sviluppo di un ampio
dibattito scientifico e culturale.
La disarticolazione della città capoluogo è indispensabile, così
come è indispensabile la aggregazione dei comuni dell'area
metropolitana, ciò non per dare luogo ad astratte ed astruse
architetture istituzionali, ma piuttosto per coniugare adeguatamente
alla scala metropolitana la corrispondenza tra materie e funzioni da
attribuire ai diversi livelli di governo. Diversamente si riprodurrebbe
solo un cambio di denominazione, così come lo è stato nel caso delle
Provincie Metropolitane, che perderebbero il sostantivo provincia,
insieme qualche ulteriore potere reale. Occorre, invece, dare luogo ad
una nuova istituzione: "la Città Metropolitana" con un proprio sindaco,
che abbia competenza sulla gestione del territorio, sulla pianificazione
e sulla programmazione. Ad essa, proprio per la complessità
territoriale, dovrebbero essere integrate nuove municipalità (frutto del
processo di disarticolazione e aggregazione) con specifica ed esclusiva
competenza sulla manutenzione urbana, sulla erogazione dei servizi
pubblici ai cittadini ed agli utenti, inverando i principi di
sussidiarietà enunciati dalla Costituzione.
E' del tutto evidente che tale ridisegno della città metropolitana
non può prescindere dal ridisegno ed accorpamento degli altri comuni in
grado di superare l'attuale polverizzazione amministrativa.
La seconda osservazione riguarda poi i tempi e, quindi, il metodo.
Pensare che a tali riforme si possa pervenire con lo stimolo ad un'auto
aggregazione dal basso, in Italia, appare una pia illusione! Più
pragmaticamente bisogna mettere mano alla riscrittura del DPR 616
recante l'attribuzione di funzioni amministrative a comuni e provincie a
seguito della costituzione delle regioni, e definire i criteri ed i
tempi attraverso i quali le regioni dovranno provvedere alla
riorganizzazione territoriale degli enti locali, ovvero dei comuni,
ritenendo ormai dato acquisito lo scioglimento delle provincie.